La viola del pensiero nel linguaggio dei fiori: significato e simbologie


 

L’origine delle viole del pensiero è molto recente, risale a poco meno di due secoli fa, eppure il fiore ha diversi bei significati già molto consolidati. Dopo una breve storia della sua nascita, ve ne parlo in dettaglio.

 

Il genere Viola comprende più di 400 specie erbacee, annuali o perenni. Oltre alle specie selvatiche (o botaniche), ovvero le specie spontanee che crescono allo stato naturale nei prati o nei boschi, ce ne sono moltissime altre che sono state ottenute grazie all’intervento della mano dell’uomo. Coltivatori e giardinieri hanno infatti preso, selezionato e incrociato alcune viole selvatiche tra loro, generando le viole orticole, una grande categoria di viole ibride cui anche la viola del pensiero appartiene. La storia degli ibridi è un po’ complicata e ve la racconto in breve. È una storia che inizia proprio quando il linguaggio dei fiori si stava sviluppando in tutto il suo splendore, fulgore e forza. Vediamo insieme un po’ che cosa avvenne.

A inizio Ottocento, da quattro specie spontanee, la Viola tricolor (che è annuale) e la Viola lutea, la Viola altaica e la Viola cornuta, tutte e tre perenni, con un paziente lavoro di incrocio, si ottennero i primi ibridi: le pensée o viole del pensiero. Erano molto diverse dalle loro progenitrici sotto molti aspetti. La dimensione dei fiori, innanzitutto, era davvero notevole, con un diametro compreso tra i 6 e i 10 centimetri. Al centro della corolla presentavano una larga macchia scura. Belle da subito e profumate, erano molto più decorative delle specie spontanee. La fioritura ottenuta era assai prolungata, andava dalla fine dell’estate fino alla primavera e il fiore appassiva molto tempo dopo essere sbocciato. Piante longeve (in questo simili a tre delle loro antenate), furono coltivate in principio come annuali o biennali.

Viola del pensiero dai colori pastello

Lavorando sulle ibridazioni, sia delle pensée che delle specie spontanee, i fioristi ottennero altri ibridi, che vanno oggi sotto il nome generico di Viola. Tutte specie, però, caratterizzate dall’essere perenni, dall’avere un fiore più piccolo e un portamento compatto e, soprattutto, dal fatto di produrre diversi fusti.

Dopo le Pensée e le Viola, si cercarono altri ibridi. Botanici e giardinieri incrociarono le Pensée con una specie specifica, la Viola cornuta, originaria dei Pirenei e molto profumata: ottennero degli ibridi che chiamarono col termine generico di Violetta. Le violette ibride sono piante bassissime, spesso dotate di un dolce profumo e caratterizzate dall’avere un solo colore.

Tra le viole ibridate si includono anche le cultivar di Viola cornuta e le cosiddette  “mini-viole”, biennali coloratissime di recente ottenimento. Sì, perché il lavoro di ibridazione continua ancora oggi, alla ricerca di viole sempre più belle e particolari per decorare le nostre case e i nostri giardini. E mentre lasciamo al loro lavoro i giardinieri, qui si conclude il nostro breve excursus storico.   

Perché vi ho fatto questo breve excursus? Per tre motivi:

1)     Perché le viole si dividono in due grandi categorie: le specie botaniche e le specie orticole. Spesso si fanno rientrare nelle Pensée anche specie selvatiche spontanee o altri ibridi e questo non è per nulla corretto. È un errore.

2)     Le viole del pensiero non hanno, nel linguaggio dei fiori, lo stesso significato delle violette botaniche.

3)     Se è vero che la viola del pensiero ha un significato diverso rispetto alle violette botaniche, è però possibile applicare il significato delle Pensée alla Viola Tricolor (spontanea), facendo quindi un’eccezione, e alle altre Viole ibride. Per la prima, lo possiamo fare perché la Viola Tricolor è una progenitrice molto particolare della Viola del pensiero: se osserviamo le caratteristiche estetiche, notiamo che la forma della corolla, il colore dei petali e la forma delle foglie di una Viola Tricolor sono molto diversi da quelli delle Viole Odorate e molto simili alla Viola del pensiero. Per le seconde, le altre ibride, possiamo accomunare i significati e le simbologie perché discendono dalla Viola del pensiero.

 

E ora andiamo a vedere in dettaglio che cosa rappresenta la viola del pensiero.

 

La viola del pensiero è simbolo d’amore

La viola del pensiero è il simbolo dell’amore sincero. E non può che essere così: basta osservarla nella sua delicatezza, nel suo modo di porgersi a noi. È come un libro aperto, è spontanea, come lo è il vero amore.

E quando l’amore è vero, è per sua natura travolgente e forte, capace di resistere ad ogni distrazione, difficoltà e opposizione: in una parola, a tutto.

«Vidi anche dove il dardo di Cupido era caduto: sopra un fiorellino [nella versione originale: a little western flower]  che, prima bianco-latte, ora è purpureo per la ferita d’amor ricevuta. Le fanciulle lo chiamano viola del pensiero [Love-in-idleness]. Va’, cercami quel fiore. T’ho mostrato una volta la sua pianta. Il suo succo, spremuto sulle ciglia di chi dorme, sia esso uomo o donna, lo fa cadere innamorato folle del primo essere vivente che si trova davanti al suo risveglio. Va’, trovami quell’erba, e non metter più tempo, a ritornare, di un leviatano a nuotare una lega», fa dire Shakespeare a un dispettoso Oberon, rivolto al suo aiutante Puck nella prima scena del secondo atto del suo Sogno di una notte di mezza estate.  La viola del pensiero serviva  a Oberon per fare una pozione potentissima che, applicata sugli occhi chiusi della moglie Titania mentre dormiva, sarebbe stata immediatamente capace di farla innamorare alla follia della prima creatura che avrebbe visto aprendo gli occhi. Nella commedia, questa proprietà è sfruttata in una maniera e per un fine decisamente poco nobili. Sempre Oberon continua infatti, dopo che Puck è uscito: «Come avrò nelle mani questo succo, sorprenderò Titania addormentata e le distillerò sugli occhi il liquido, e la creatura viva che per prima le verrà innanzi agli occhi al suo risveglio, sia essa un orso, un lupo o un leone, un toro o una scimmia ficcanaso o un’irrequieta e garrula bertuccia, ella sarà costretta ad inseguirla con tutta l’ansia di un’innamorata. E allora, prima che io le sciolga gli occhi da codesto incantesimo – e lo posso, servendomi del succo di un’altra erba – mi faccio cedere quel suo paggetto». Col succo di viola Puck combinerà invece dapprima qualche guaio e poi, sempre grazie allo stesso succo, lo sistemerà. La commedia arriva così al sospirato lieto fine e l’amore vero trionfa. 

La viola del pensiero è il fiore che muove tutte le vicende della Commedia. Al di là dello scambio che dà vita a tutta una serie di peripezie, il concetto che sta alla base di tutte è uno solo: la viola del pensiero è il simbolo dell’amore forte, appassionante, trascinante, in grado di resistere a ogni ostacolo e contrarietà. Non c’è obiezione che tenga, quando si tratta di amore vero. Di un amore che nasce al risveglio, quando cioè apriamo gli occhi, quando viviamo, quando ci vediamo davvero bene.

 

La viola del pensiero è il fiore che si regala agli anniversari di fidanzamento e matrimonio e si capisce bene perché. Si regala, in particolare, in occasione del primo anniversario di nozze, le nozze di carta. Dopo un anno di matrimonio regalare le viole del pensiero significa: «Il mio amore è forte come il primo giorno e sei sempre e solo tu l’unica persona che voglio e cui dedico tutti i miei pensieri, istante dopo istante».


La viola del pensiero è simbolo di dedizione

Per i vittoriani, la viola del pensiero era una perfetta rappresentazione di alcune qualità femminili: il dolce attaccamento, la tenerezza, la compassione, la preoccupazione che le persone amate stiano bene, la cura. Ancor oggi regalare una viola del pensiero significa dire a chi si ama quanto si tiene a lui o a lei e dimostrargli la propria dedizione.  

 

La viola del pensiero è simbolo del ricordo

La viola del pensiero rappresenta i ricordi del passato, quelli legati all’infanzia o a particolari momenti di serenità trascorsi.

Un frammento di una poesia di Jorge Louis Borges (Le cose, tratta dal suo Elogio dell’ombra) dice:

«Un libro e tra le pagine appassita

la viola, monumento d’una sera
di certo inobliabile (…)»

La viola del pensiero, quindi, come simbolo della vita che scorre e del ricordo delle cose, delle esperienze e dei sentimenti che attraversano questa vita e che restano, perché il tempo non li scalfisce. La viola del pensiero è il simbolo di ciò e di chi che abbiamo amato e goduto e che, invece di passare, nel ricordo diventa indimenticabile e immutabile.

 

La viola del pensiero simbolo di bellezza e riflessività

Il suo fascino è incontestabile. La viola del pensiero possiede una bellezza elegante e luminosa, che ci colpisce per i suoi colori brillanti e vellutati e per il suo proporsi con delicatezza e semplicità. Non possiede di solito corolle doppie o triple, né si erge alta tra le altre piante ad attirare la nostra attenzione, eppure il suo fascino sa farsi notare e catturarci. Davanti a una viola del pensiero ci fermiamo e ne ammiriamo la bellezza, la purezza, la gentilezza, l’equilibrio di forme. Un fiore che è un piccolo incanto, davanti al quale facciamo una miriade di considerazioni personali, estetiche e non solo. Ed è per questo che la viola del pensiero è sinonimo della riflessività e del pensare. Non era soltanto una battuta quella di Groucho che diceva «le viole del pensiero sono fiori intellettuali». Era, è la realtà.



Sono la piccola viola del pensiero!

Non mi curo di cieli imbronciati!
Se la farfalla tarda,
posso, per questo, mancare?

Se il codardo bombo

resta al calduccio,
io, io devo restare più risoluta!
Chi farà la mia apologia?
(…)

Emily Dickinson

 

Chi farà l’apologia della viola? Ogni passante che si sofferma ad ammirarla, ogni giardiniere che ne conosce i segreti, ogni poeta che le dedica versi e poemi, che la rende metafora dell’esistenza e dei sentimenti, ogni appassionato di fiori, che curioso, voglia scoprirne la storia e il significato e che voglia dir la sua, in aggiunta.

E questo lo può fare solo chi ama la bellezza e la riflessione, di cui la Viola del pensiero è e sarà sempre il simbolo.

Viola del pensiero gialla

 

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