Il linguaggio dei fiori: la violetta
A fine inverno e inizio primavera è facile
incontrare durante una passeggiata nei boschi, nei prati di campagna o nei
giardini a ridosso dei muretti o ai piedi di altre piante un delicato e
aggraziato fiorellino: la violetta spontanea (o violetta selvatica).
Una piantina erbacea perenne che cresce bassa e che attira l’attenzione per il
profumo dolce e caratteristico, con note di candito e di zucchero, che spande
nell’aria, prima ancora che per il suo aspetto armonioso ed elegante e per le
belle foglie di un verde brillante e a forma di cuore.
La coltivazione delle violette nei giardini di
casa si diffuse nel corso dell’Ottocento, quando la moda inglese di comunicare
sentimenti, emozioni, pensieri e intenzioni con i fiori, come sappiamo, era al
suo apice. Le violette e le viole venivano raccolte e donate fresche in
mazzetti oppure fatte essiccare e inserite all’interno delle lettere, come
piccolo pensiero e una sorpresa per chi riceveva la missiva.
Esistono molte specie di violette selvatiche: la Viola
odorata (conosciuta anche come viola mammola), la Viola labradorica,
la Viola alba sono tra le più comuni. Quando si parla del significato
del fiore di violetta nel linguaggio dei fiori, solitamente lo si riferisce
alla viola odorata. In realtà, a parte qualche lieve differenza, è riferito a
tutte le specie.
I SIGNIFICATI DELL VIOLETTA
Se si guarda alle caratteristiche botaniche
d’aspetto, osserviamo che è una piantina priva di fusto le cui foglie nascono
direttamente dal rizoma. Non è appariscente e tende a nascondere la sua
bellezza fresca tra l’erba alta. È perciò simbolo di pudore, modestia
e timidezza. Per il suo crescere restando bassa è immagine di umiltà
e semplicità. Per il suo portamento discreto e gentile è il simbolo
della tenerezza e delicatezza.
Per la sua fioritura precoce, che indica l’arrivo della primavera, rappresenta, oltre alla stagione stessa, la sua freschezza e la sua gioia. Le violette, poi, per chi ama scrivere sono pagine aperte di poesia, da raccogliere con cura in similitudini, metafore e versi liberi.
Per via del cuore del suo fiore, protetto, quasi
il custode di un segreto da scoprire, e in virtù delle sue radici robuste e
flessibili, segno di elasticità e capacità di estendersi, simboleggia l’immaginazione
e un temperamento sognatore e fantasioso.
La violetta indica poi profondità di
sentimento e di pensiero. Il colore viola, infatti, è il colore della ricerca costante e dell’introspezione, di un’attitudine,
di una disposizione d’animo, che ci porta a entrare in noi stessi, a stare in contatto e andare a fondo dei nostri pensieri e
sentimenti.
La violetta comunica amore
vero e fedeltà. Tale significato nasce da una
leggenda che vuole che l’inchiostro con cui san Valentino scrisse le sue
lettere durante la prigionia fosse ricavato dalle violette che crescevano
all’esterno della cella.
Comunica anche amore segreto. In epoca
vittoriana, il 14 febbraio gli innamorati regalavano violette e non rose come
si fa oggi. Regalare un bouquet di violette all’amata significava rivelare di
essere segretamente innamorata di lei ma di essere troppo timidi per
dichiararsi apertamente a parole. Un concetto rinforzato anche da un altro
significato delle violette: quello di essere simbolo di riservatezza.
Il pittore impressionista Edouard Manet prese
spunto da quest’usanza e dipinse un piccolo quadro in cui raffigurava un Bouquet
de violettes (1872) e lo inviò alla sua amata, Berthe Morisot, come un
messaggio d’amore in codice. Essendo sposato, il suo sentimento non poteva
essere detto e lo espresse con un dipinto. Sulla tela, in primo piano c’è un mazzo
di violette e poco distante da questo una lettera semiaperta di cui non
leggiamo il contenuto ma la dedica, à M.lle Berthe Morisot, e la firma
dell’artista. Si trattava di una dichiarazione d’amore sofferta, che equivaleva
a un addio. Berthe, nel 1874, infatti, sposò Eugène, il fratello di Manet.
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Il bouquet di violette dipinto da Manet nel 1872 |
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